La caffeina incrementa un enzima che protegge dalla demenza

Uno studio dell’Università dell’Indiana ha portato alla scoperta di 24 sostanze che hanno la capacità di incrementare un enzima, indicato con la sigla NMNAT2, che protegge dalla demenza. Le 24 sostanze, tra le quali vi è la caffeina, possono aiutare a ridurre l’impatto sul cervello di proteine dannose prevenendone l’accumulo. Questo studio è apparso il 7 marzo 2017 sulla rivista Scientific Reports.

Hui Chen Lu, che ha guidato lo studio, ha sottolineato come questo lavoro consenta un passo avanti verso lo sviluppo di farmaci che accrescano i livelli di questo enzima nel cervello.  Un risultato questo che consentirebbe di bloccare chimicamente gli effetti debilitanti dei disturbi neurodegenerativi.

Lu è professoressa nel Linda e Jack Gill Center for Biomolecular Science  e presso il Dipartimento di Scienze Psicologiche e del Cervello dell’Indiana University Bloomington College of Arts and Sciences.

Lu e colleghi in precedenza avevano scoperto che l’enzima NMNAT2 gioca due ruoli chiave nel cervello:

  • una funzione protettiva nel difendere i neuroni dallo stress;
  • una funzione di supervisione per combattere proteine alterate chiamate tau che durante l’invecchiamento si accumulano nel cervello fino a formare placche.

Le proteine alterate sono state collegate a disturbi neurodegenerativi come l’Alzheimer, il morbo di Parkinson, la malattia di Huntington e la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA).

Il team ha vagliato 1280 sostanze chimiche con un metodo sviluppato in laboratorio con l’obiettivo di identificare quelle che influenzano la produzione dell’enzima NMNAT2 nel cervello. Sono state identificate un totale di 24 sostanze aventi il potere di aumentare la produzione dell’enzima.

La caffeina, oltre ad essere una delle sostanze che aumentano la produzione dell’enzima, è in grado di migliorare le funzioni mnestiche in topi geneticamente modificati che producevano alti livelli di proteine tau alterate.

In precedenti ricerche Lu aveva scoperto che topi modificati che producevano proteine Tau alterate producevano anche livelli inferiori dell’enzima NMNAT2.

Per confermare l’effetto della caffeina i ricercatori dell’IU hanno somministrato questa sostanza a topi modificati che producevano livelli più bassi di NMNAT2. I risultati evidenziano che i topi modificati hanno iniziato a produrre lo stesso livello di enzima dei topi normali non modificati. E’ stato riscontrato che anche un’altra sostanza incrementa fortemente la produzione dell’enzima nel cervello. Si tratta del rolipram, un antidepressivo la cui produzione è stata interrotta a metà degli anni 90. Questa sostanza continua a riscuotere interesse nei ricercatori dato che anche altri studi riportano prove della sua capacità di ridurre l’impatto di proteine alterate nel cervello.

Tra le altre sostanze che aumentano la produzione dell’enzima nel cervello (sebbene non quanto la caffeina) c’è l’acido retinoico, un derivato della vitamina A.

Sono state identificate anche 13 sostanze che hanno l’effetto di abbassare la produzione dell’enzima. Lu è giunta alla conclusione che queste sostanze sono altrettanto importanti perché dalla comprensione del loro ruolo nel corpo derivano nuove intuizioni su come contribuiscano alla demenza.

Lu aggiunge che “aumentare la nostra conoscenza sui fattori che conducono naturalmente al declino di questa necessaria proteina è importante tanto quanto identificare sostanze che avranno un ruolo in futuri trattamenti per questi disturbi mentali debilitanti”.

 

 

Fonte:

Indiana University “Caffeine Boost Enzyme That Could Protect Against Dementia.” NeuroscienceNews.

NeuroscienceNews, 4 March 2017.

http://neurosciencenews.com/caffeine-boost-enzyme-dementia-6211/

 

 

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