Cosa accade nel cervello quando abbiamo un’idea originale

In psicologia e nelle neuroscienze la creatività è definita semplicemente come la capacità di elaborare idee nuove e utili.

È la capacità di inventare qualcosa di nuovo che non sia stato introdotto, che non sia esistito su larga scala in precedenza e che risolva un qualche problema“, ha dichiarato il Dott. Roger Beaty, direttore del Cognitive Neuroscience of Creativity Lab presso la Penn State University.

Questa semplice inquadratura consente ai neuroscienziati di quantificare la creatività di un individuo attraverso una serie di test o prove.

Tra queste prove c’è quella dell’ utilizzo alternativo, che consiste nel fornire usi nuovi e insoliti per un oggetto di uso quotidiano, come un calzino. La risposta meno creativa in questo caso sarà “scaldare un piede”, quella più creativa sarà “un dispositivo di filtraggio dell’acqua”.

Altre prove sono più simili ad enigmi o rompicapo.

Questi tipi di prove sono attualmente in uso nell’Aha! Challenge per testare la creatività e l’intuizione delle persone.

Il dott. Beaty ha utilizzato questi test in combinazione con scansioni dell’attività cerebrale con la MRI funzionale al fine di comprendere le differenze nel cervello di persone creative e meno creative.

Cosa accade nel cervello quando abbiamo un’idea originale?

Ci sono prove documentate di schemi complessi di attività nel cervello associate a diversi processi mentali. Esiste uno schema di attività distinto e piuttosto complesso nel cervello delle persone che sono più creative.

Tre distinte reti cerebrali, la rete della modalità di default, la rete di controllo esecutivo e la rete di salienza, sono state identificate dal dott. Beaty e colleghi come associate alla creatività.

  • La rete di modalità di default (default mode network) viene attivata quando le persone sono rilassate e la loro mente vaga tra diversi argomenti o esperienze.

“È associata al ricordo di esperienze passate, al pensare a possibili esperienze future, al sognare ad occhi aperti e così via”, afferma Beaty.

  • La rete di controllo esecutivo entra in gioco quando è necessario prestare molta attenzione e concentrarsi su qualcosa nell’ambiente.

“Si attiva quando dobbiamo concentrare la nostra attenzione e le nostre risorse cognitive su compiti più impegnativi che ci richiedono di affinare la nostra attenzione e gestire contemporaneamente più cose nella nostra mente, orientando il contenuto dei nostri pensieri”.

  • La rete di salienza svolge un ruolo significativo nel rilevare e filtrare informazioni importanti o salienti.

“Si chiama rete di salienza perché ci aiuta a raccogliere informazioni salienti dall’ambiente o internamente”, spiega Beaty.

È interessante notare che la rete di modalità di default e la rete di controllo esecutivo in genere non funzionano insieme: quando una rete è attivata, l’altra tende a essere disattivata.

“Pensiamo che una cosa che la rete di salienza possa fare è il passaggio da una modalità di generazione dell’idea, che è più un processo di default, ad una modalità di valutazione dell’idea, che è più un modo di pensare di controllo”.

Il dott. Beaty e colleghi hanno scoperto che le persone più creative tendevano ad avere più connessioni tra queste reti.

“Abbiamo scoperto che attraverso le diverse regioni cerebrali che si trovavano all’interno di queste tre reti, coloro che erano maggiormente in grado di co-attivare queste reti o scambiare informazioni tra di esse, hanno prodotto idee più originali”.

I ricercatori sono stati in grado di prevedere con relativa accuratezza chi fosse più creativo e anche chi lo fosse meno, in base agli schemi di attività nelle scansioni fMRI del loro cervello mentre stavano rispondendo alle domande.

“Ma c’è ancora molto da imparare”, aggiunge il dott. Beaty.

La rete altamente creativa utilizza entrambi i lati del cervello: le persone più creative tendevano ad avere più connessioni tra le reti della modalità di default, esecutive e della salienza di entrambi gli emisferi del cervello.

Intuizione e concentrazione

Il processo di insight, in cui una soluzione esplode nel cervello dopo un periodo di frustrazione o di blocco creativo, è spesso associato alla creatività.

Ma la creatività è anche un processo lento e graduale.

La dott.ssa Margaret Webb, ricercatrice post-dottorato presso la School of Psychological Science dell’Università di Melbourne e uno dei ricercatori dietro l’Aha! Challenge, afferma:

“I momenti di intuizione sono determinanti per trovare qualcosa che potresti fare. Potresti avere un momento di intuizione, per esempio, e dire: “Oh, so esattamente cosa voglio creare!”, ma poi devi sederti e lavorare in modo concentrato e incrementale verso il resto del tuo obiettivo.

Quindi potrebbe essere quel momento di intuizione che ti dà la spinta per creare una cosa, ma hai ancora bisogno di entrambe queste capacità per creare un capolavoro“, spiega la dott.ssa Webb.

Il ruolo della memoria

Il dott. Beaty sta anche studiando come la memoria abbia un ruolo nella creatività.

La memoria è assolutamente fondamentale per la creatività, ma gli studi di laboratorio forniscono anche prove che la memoria possa limitarla.

“Per diventare un esperto in qualsiasi cosa, devi passare anni a studiare le regole del tuo campo, ad avere un’idea di ciò che è già stato fatto, costruendo questo grande database di informazioni a cui puoi attingere quando cerchi nuovi idee”, afferma il dott. Beaty.

Tuttavia “la creatività richiede, per definizione, la generazione di qualcosa di nuovo e la memoria è la rappresentazione di qualcosa che è vecchio e già noto.”

“Se sei troppo fissato su ciò che già conosci o sullo stato attuale del problema al quale stai lavorando, ciò può interferire con la capacità di andare avanti e trovare nuove idee.”

Può essere importante come i ricordi siano strutturati e accessibili.

“Alcune prove suggeriscono che il modo in cui i concetti sono immagazzinati nella nostra memoria gioca un ruolo nel modo in cui possiamo metterli insieme in modi nuovi“.

L’ultima ricerca del Dott. Beaty esamina il ruolo della memoria episodica o autobiografica, la memoria per le esperienze personali, nel modo in cui immaginiamo nuove esperienze future.

Come cambia la creatività con l’avanzare dell’età

La memoria e l’esperienza giocano un ruolo nel modo in cui la creatività cambia con l’età, ma l’evidenza non è univoca, afferma il dott. Beaty.

“Alcuni studi hanno dimostrato che gli anziani mostrano prestazioni inferiori nelle attività di pensiero creativo, altri hanno mostrato il contrario e altri ancora non hanno mostrato differenze”.

“È una fase molto precoce … ma penso che potremmo fare previsioni diverse sul perché gli anziani possano essere effettivamente più creativi perché hanno accesso a più informazioni, più saggezza e più esperienze a cui attingere“.

fonte: https://www.abc.net.au/news/science/2019-08-17/creativity-neuroscience-your-brain/11420898

 

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